LOURDES, 160 ANNI DOPO

Articolo pubblicato sul numero 518 di Febbraio 2018

 

L’INVIATA SPECIALE DELLA VERGINE IMMACOLATA: BERNADETTE

Oggi la grotta di Massabielle è il luogo sacro per eccellenza della cristianità e del popolo devoto a Maria di Nazaret. Sono trascorsi centosessanta anni da quel remoto 11 Febbraio quando una bella Signora, vestita di bianco, si fa vedere ad una fanciulla mentre sta raccogliendo della legna da ardere per riscaldare la sua misera casa. Il luogo si trova nella città di Lourdes, posta tra il corso del fiume Gave e le montagne degli Alti Pirenei in una regione meridionale della Francia confinante con la Spagna: l’Occitania. E’ così che Lourdes trova la sua grande notorietà, nel mondo, grazie a Bernadette ed alle diciotto apparizioni della bella Signora. Da quel 11 Febbraio 1858 il luogo si trasforma sempre in meglio fino ad arrivare al suo splendore, di oggi. I fatti raccontano che nelle vicinanze della grotta si recavano pochissime persone se nonché chi aveva bisogno di raccogliere legna ed i mandriani di maiali, in quell’epoca storica veniva praticato l’allevamento, i quali nei periodi di pioggia trovavano riparo. Il luogo: un luogo solitario, deserto, privo di comodità e di agibilità; la popolazione lourdiana, divisa in ricchi per la sua metà, abitava in città ai piedi del castello arroccato sulla sommità di uno sperone roccioso, mentre l’altra metà apparteneva alla categoria dei poveri. In questa seconda categoria rientra la famiglia Sobirous: Luisa Casterot e Francesco Sobirous dopo il matrimonio vanno a vivere al mulino di Boly, dove un anno dopo e precisamente il 7Gennaio 1844 nasce la loro primogenita Bernadette. La vita di questa famiglia è segnata dalla miseria, dalla perdita di due figli, dalla sfortuna di Francesco il quale, oltre a perdere l’occhio sinistro perde anche il lavoro dal mulino di Boly. E, inoltre, viene accusato ingiustamente di aver rubato due sacchi di farina e rilasciato dopo otto giorni di prigione. Un giorno Bernadette, dirà, che l’atmosfera nella sua famiglia è serena perché mamma e papà si amavano tanto. Perdendo il lavoro a Boly vengono anche sfrattati ed in seguito trovano una misera stanza, nella vecchia prigione di Lourdes, detta “Cachot”; un tugurio malsano, buio e umido: qui vi si accampano con i loro quattro figli. Bernadette viene invitata alla scuola gratuita tenuta dalle suore di Nevers, all’Ospizio di Lourdes, per imparare a leggere e a scrivere, a partecipare al catechismo in preparazione alla Prima Comunione. Le suore della Carità e dell’Istruzione cristiana dette Dame di Nevers, sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio, istituite dal monaco benedettino Jean Baptiste de Laveyne il quale si prefiggeva la cura dei malati e l’educazione dei giovani, avente il motto: “Non abbiate altri affari che quelli della Carità. Non abbiate altri interessi che quelli degli ultimi”. Giovedì grasso, 11 Febbraio 1858, verso le ore 11 di mattina Bernadette, accompagnata dalla sorella Antonietta e dall’amica Giovanna Abadie, si reca nei pressi della grotta di Massabielle per raccogliere un fascio di legna e per riempire il paniere con carta, stracci, ferro e ossa da vendere. Miniera inesauribile di rifiuti scaricati dal fiume Gave e da un piccolo ruscello che insieme lambiscono la grotta. Quella mattina sul fondo si vedono rami secchi ed altro … ma occorre guadare per raggiungere la grotta. Bernadette sa di non potersi bagnare per la sua cagionevole salute e per l’asma che spesso non la fa respirare. Decide di guadare il ruscello mettendo i piedi su dei sassi togliendosi le calze quando sente un rumore come fosse un colpo di vento; girandosi verso il bosco nessun albero si sta muovendo e pochi attimi dopo ancora lo stesso rumore. Alza gli occhi verso la grotta e vede una signora vestita di bianco con un velo, anch’esso bianco, una cintura azzurra e una rosa gialla su ogni piede come la sua corona del rosario. Pensa che, senza dubbio, è un effetto ottico, si stropiccia gli occhi e guardando di nuovo la conferma: davanti a lei la bella Signora. L’appuntamento si rinnova per ben diciotto volte dove la Signora le rivela alcuni aspetti importanti dà riferire ai pastori della Chiesa locale sulla conversione e sulla salvezza degli uomini e di tutta la Chiesa. Inoltre in questo lasso di tempo insieme pregano con il rosario; nella sedicesima apparizione, che cade il 25 Marzo nella festa dell’Annunciazione, la Signora rivela il suo nome:”Io sono l’Immacolata Concezione”. A Lourdes la notizia corre veloce, la curiosità mista al dubbio sulla persona della veggente; dirà Bernadette, quando già suora, a riguardo:”Se la santa Vergine avesse trovato una ragazza più ignorante di me, avrebbe scelto proprio quella”! Masse di folle accorrono alla Grotta, tra incredulità e curiosità, con diffidenza da parte del clero e con irritazione dell’amministrazione locale. Mentre Bernadette si trova all’Ospizio delle suore di Nevers dice all’Abbè Pomian di avere visto qualcosa di bianco che aveva le sembianze di una signora, il quale lo riferisce al parroco di Lourdes, Abbè Peyramale che risponde semplicemente:” Bisogna aspettare”.  La Suora Superiora la rimprovera severamente per le sue “pagliacciate”, non solo, appena esce dalla classe una signora le dà un sonoro schiaffo dicendole:”Tu sei matta”! Bernadette sopporta senza dire niente. Alla Grotta la Visione le parla dandole del voi, la ragazza rimane meravigliata in quanto nessuno fino a quel momento aveva usato tanta gentilezza con lei nel chiederle qualcosa. La Signora la tratta con grande rispetto e le parla come se fosse una persona adulta, una persona che conta. Dopo la sesta apparizione del 21 Marzo una guardia comunale la conduce dal commissario di polizia, Jacomet: è il primo degli innumerevoli interrogatori ufficiali a cui sarà sottoposta con inganni e tranelli per farla confondere, lei rimane calma e padrona di sé nonostante la normale soggezione che una ragazza ignorante prova di fronte ad una autorità. A Bernadette viene vietato di recarsi alla grotta ma lei non desiste e continua a recarsi là a pregare assieme alle folle che nel frattempo sono diventate numerose. La Signora parla di “fare penitenza”, di “pregare Dio per la conversione dei cuori degli uomini”, invita la ragazza ad andare a bere alla fontana dover scava con le sue mani la terra e da essa zampilla acqua di sorgente con la quale si disseta. Ed è proprio alla fontana che avvengono i primi due miracoli grazie all’acqua: un bimbo di due anni paralizzato ed un tagliapietre cieco da un occhio. L’acqua della grotta è acqua normale non è né magica né curativa, soltanto le buone intenzioni del malato possono ottenere un intervento soprannaturale di cui l’acqua non è che un segno. “Andate a dire ai preti che si venga qui in processione e che si costruisca una cappella” altro messaggio che Bernadette va a riferire all’abbè Pomian e al parroco Peyramale i quali fino allora sono molto scettici e prendono tempo. Il parroco comincia a pensare che Bernadette sta dicendo la verità nel momento in cui le viene rivelato il nome della Signora ed in seguito diventa il suo principale sostenitore e comincia a convincersi che la storia di Massabielle è un fatto soprannaturale. Dopo aver detto che la Signora è l’Immacolata Concezione Bernadette viene sottoposta, per volere del prefetto, ad un controllo di tre medici con l’intenzione di dichiararla una squilibrata mentale. Il responso finale è una sorta di compromesso: la veggente ha sofferto di allucinazioni ma non è da internare. Il 7 Aprile di buon mattino si reca alla grotta per le diciassettesima  volta e tra le mani tiene un grosso cero: inizia la recita del rosario quando arriva il dottor Dozous che in seguito dirà:” All’improvviso cadde in una profonda contemplazione. Ma ecco la sorpresa! Notammo che la fiamma aveva consumato la parte superiore del cero ed era passata tra le dita di Bernadette senza danneggiare. Il fenomeno si protrasse a lungo e la ragazza restò immobile e insensibile a quell’azione della fiamma che continuava a filtrare tra le dita”. Quando poi ritorna in sé il dottore le controlla le  mani e non trova traccia di bruciatura, poi gli avvicina il cero suscitando una reazione di dolore. Da questo fatto per il dottor Dozous inizia la sua conversione diventando un convinto e fervente assertore della veridicità dei fatti di Lourdes. Il 13 Giugno 1858 a 14 anni e mezzo per Bernadette arriva il grande e atteso momento del giorno della sua prima Comunione. Arriva anche il giorno dell’ultima apparizione, il 16 Luglio 1858; Bernadette sente dentro di sé l’impulso di recarsi alla grotta e mentre recitano il rosario la veggente cade in estasi. Quando ritorna in sé dice che non ha mai visto, come oggi, la Signora così bella. Le apparizione terminano ma Lourdes nasce come una storia di fede, come un messaggio di speranza per milioni e milioni di pellegrini; dieci giorni dopo mons. Laurence, vescovo di Tarbes, della cui diocesi Lourdes fa parte, istituisce una Commissione canonica. Dopo quattro anni di ricerche e di interrogatori, il 18 Gennaio 1862, il suddetto vescovo riconosce la natura soprannaturale delle apparizioni e riconosce dalle testimonianze le innumerevoli guarigioni. Intanto la famiglia Soubirous lascia il Cachot per trasferirsi in un’umile casa decisamente migliore; questo è il primo passo verso quel riscatto che papà Francesco ha sempre sognato: tornare al suo mestiere prendendo in affitto il mulino Gras. Bernadette, il 5 Febbraio 1859, riceve la Cresima dal vescovo di Tarbes e nel Luglio 1860 la sua salute peggiora e viene ricoverata all’Ospizio fino al 1866. Due anni dopo all’età di vent’anni chiede udienza alla superiora dell’Ospizio per informarla della sua intenzione a volere entrare in convento per diventare una religiosa. La superiora è preoccupata dato la sua salute così fragile e precaria temendo che la dura vita del convento non la può sostenere né affrontare. Il 19 Novembre arriva la risposta affermativa al suo ingresso in convento ma la felicità dura poco in quanto ha una ricaduta della malattia che la costringe a letto per un paio di mesi. Muore il fratello Giustino, nel 1866, con grande dolore di Bernadette; intanto il parroco Peyramale si dà da fare per mettere in atto la richiesta della costruzione della cappella. Viene inaugurata alla presenza di Bernadette nel Maggio 1866 e la sottostruttura della cappella viene subito iniziata per diventare la Basilica Superiore.

Nevers dista da Lourdes 800 chilometri e Bernadette parte per il noviziato della Casa Madre, lasciando i suoi familiari, i luoghi cari, la grotta …, il 4 Luglio 1866. In questo convento, Bernadette si allontana anche dal protagonismo che avrebbe circondato la sua vita nel villaggio in cui era nata e dove, tra l’11 febbraio e il 16 luglio 1858, vide diciotto volte la Madonna. I primi giorni di lontananza da casa sono particolarmente tristi: oltre alla lontananza si fanno sentire le difficoltà per ambientarsi in quel grande convento di Saint-Gildard; il 29 Luglio dello stesso anno assieme a 43 postulanti fa la sua vestizione religiosa come suora della Carità di Nevers e prende il nome di Maria Bernarda.

Qui la giovane di Lourdes porta con sé una solidarietà profonda nei confronti dei malati lavorando come aiuto infermiera, è più il tempo che passa come degente che come aiuto alle altre suore. Il 30 Ottobre 1867 Bernadette fa la sua professione religiosa pronunciando la sua promessa ad osservare i voti di povertà, castità, obbedienza e carità. Rimane a Nevers, mentre le sue compagne sono inviate nelle varie case della Congregazione, sempre con l’incarico di aiuto infermiera prima e di capo infermiera poi.
A Nevers, unita a Gesù che ha amato fino a donare la Sua propria vita, cerca di tradurre in ogni suo gesto e in ogni sua parola, il desiderio del suo cuore: “Non vivrò un solo istante senza passarlo amando”. Nonostante dal 1 al 3 Luglio 1876 grandi feste si svolgono a Lourdes per la consacrazione della Basilica Superiore, Bernadette rimane a Nevers e vi partecipa spiritualmente; invia lettere un po’ a tutti compreso il parroco Peyramale:”Ditegli che lo penso tutti i giorni, che prego per lui e che gli chiedo la sua benedizione …”. “Ditele che è sempre la mia bambina, e che la benedico”, fa rispondere il sacerdote che muore l’anno seguente e allora Bernadette commenterà:”Ha compiuto l’opera che non ho potuto fare io”. Il giorno di Pasqua, 13 Aprile 1879, confida ad una consorella:”Io sono macinata come un chicco di grano”. Così, nell’agonia, ricorda i fragori delle macine che avevano cullato i suoi primi sonni al mulino di Boly. La sera del 16 Aprile, dopo una lunga malattia sopportata con pazienza e con amore, Bernadette si spegne all’età di 35 anni dopo aver baciato appassionatamente il Crocifisso. Il suo corpo è conservato nella cappella del convento di Nevers dove ha trascorso tutti i suoi anni da consacrata. Viene dichiarata beata, Domenica 14 Giugno 1985, da Pio XI che la proclamerà santa l’8 Dicembre 1933; la sua memoria liturgica ricorre il 18 Febbraio, giorno in cui la Vergine le ha detto:”Non vi prometto di rendervi felice in questo mondo ma nell’altro”. Bernadette è stata solo la messaggera, la fedele inviata della Immacolata: “Quel che la Signora mi ha detto di dire, l’ho detto”.

a cura di Tiziana

 

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