Articolo pubblicato sul numero 516 di Dicembre 2017
Luigi Rinaldo Caglio, per gli amici Caglio, a 88 anni si è spento senza far rumore lasciando nel dolore profondo la Sottosezione Unitalsi di Monza che piange un suo volontario dal cuore d’oro. Alcuni lo ricordano così:
CIAO Caglio, ti ho conosciuto durante il mio primo pellegrinaggio, nel lontano 1974, eri furgoniere e il profumo della minestra, tua e di Previtali, si espandeva per tutto il treno accompagnando il nostro viaggio a Lourdes. All’arrivo subito ti trasferivi al Sette Dolori, che ci ha ospitati per tanti pellegrinaggi, dove preparavi una buona pasta al sugo per gli ammalati e per gli affamati barellieri che, armati di forchetta, attendevano e gustavano con appetito la gustosa pastasciutta nel mitico pentolone, con grande invidia delle sorelle escluse da tale privilegio.
Il tuo lavoro di cuoco, che tanto hai amato, ti ha reso un instancabile volontario, che ti ha visto sempre presente nei pellegrinaggi e disponibile anche nei soggiorni marini, da Loano a Borghetto, dove sei diventato anche “maestro” per i cuochi che ti sono poi succeduti in cucina. Lo spirito unitalsiano ti ha visto assiduo protagonista nelle visite e nell’aiuto a domicilio agli ammalati, sei stato sempre presente negli incontri del Mercoledì pomeriggio a San Carlo, con le persone anziane, per la recita del Rosario e per riordinare il salone. Come dimenticare il tuo sfrecciare in bicicletta per Monza, alla tua particolare cura per l’icona della Madonna della Balossa. Ora sei mancato ma ci hai lasciato il tuo esempio di volontario instancabile, operoso e silenzioso mai in primo piano.
Grazie Caglio per aver condiviso e donato tanto servizio per la nostra UNITALSI e che il tuo esempio ci aiuti a dare ancora tanto per la nostra associazione.
Egidia
“Quando entrai nell’associazione, negli anni ’60, lui c’era già. È sempre stato una colonna portante dell’Unitalsi monzese, con una capacità naturale a far del bene, a lenire le sofferenze degli ammalati ravvivando le loro giornate e quelle dei disabili. Ma tutto questo sempre senza mettersi mai in mostra, ma semplicemente spinto da una reale carità. E tutto questo impegno alternandosi con la sua attività lavorativa di cuoco provetto; questa sua professione l’aveva messa al servizio dell’associazione come volontario. Preparava i pasti in treno nei pellegrinaggi a Lourdes, un impegno non da poco dato che, ai tempi d’oro, eravamo circa 400 persone che andavamo in Francia otto/dieci volte all’anno e cucinava per le comitive estive per le vacanze a Borghetto Santo Spirito e a Loano. Era disponibile a dare una mano anche ad altre attività nel territorio, non solo a Monza, e aderiva all’animazione, organizzata dalla parrocchia San Carlo, il Mercoledì pomeriggio per il gruppo Unitalsi. Un uomo di grande spiritualità, in molti ricordano il suo impegno verso l’edicola di via Gramsci, ci andava tutti i giorni, la curava, la puliva, metteva i fiori e naturalmente si fermava a pregare. L’attenzione verso gli ammalati e disabili si concretizzava non solo nei pellegrinaggi e nelle vacanze, ma anche a domicilio, diventando una persona di famiglia”.
Vittorio
Ho conosciuto Caglio circa 30 anni fa. Mio padre aveva avuto un’emorragia cerebrale che l’aveva semi – paralizzato e costretto a stare su una sedia a rotelle.
Mia mamma e noi tre figlie non potevamo farcela da sole. Abbiamo chiesto aiuto all’UNITALSI ed è arrivato lui: Caglio Rinaldo.
Un omone grande e grosso, un pò goffo nei movimenti. Un uomo riservato, di poche parole, incredibilmente testardo ma con un cuore d’oro. Si faceva chiamare per cognome: Caglio.
Caglio era un montanaro, adorava scalare le montagne.
Il suo lavoro l’aveva portato a diventare un cuoco eccellente!
Per oltre 20 anni ci ha aiutato. Tutte le mattine veniva a casa nostra per darci una mano con il papà: gli faceva il bagno, la barba, ci aiutava a vestirlo… E questo accadeva SEMPRE, tutti i giorni con il sole, la pioggia o la neve: il Caglio c’era sempre!
Alle 9 suonava il citofono: “Sun al Caglio, derva la porta!”.
Spesso ci aiutava a preparare il pranzo di Natale o di Pasqua. I ravioli del Caglio erano squisiti, (conservo ancora la ricetta scritta di suo pugno), ma non si è mai fermato a mangiare con noi. E che fatica dargli una “schisceta” da portare a casa! Lui non voleva mai niente.
Siamo diventati la sua famiglia adottiva: lui ci ha adottato e noi abbiamo adottato lui.
Mi ricordo che Don Mirko diceva: “Il Caglio è come il prezzemolo: è ovunque. Dove c’è qualcuno che ha bisogno, lui c’è”.
Sempre in silenzio, senza farsi notare.
Caglio c’era con gli anziani del mercoledì a san Carlo, c’era nelle vacanze a Loano, c’era a Borghetto, ai pellegrinaggi a Lourdes, a Loreto, alla madonnina della Balossa. Dove c’era bisogno, lui c’era!
A casa nostra l’edicola della Madonna della Balossa è diventata la Madonnina del Caglio (lui se n’è preso cura per più di 50 anni).
Uomo di fede, ascoltava la Messa e il Rosario tutti i giorni e guai a disturbarlo, quando c’era il Rosario non rispondeva nemmeno al telefono.
Lo immagino li, in Paradiso mentre cucina per tutti gli amici che l’hanno preceduto e che lo stavano aspettando.
Lo ricorderemo sempre con grande affetto e infinita gratitudine per tutto quello che ha fatto per noi.
Grazie, grazie di cuore Caglio, un abbraccio!
Famiglia Carpani
Del nostro amico Caglio è già stato detto molto. Io personalmente voglio aggiungere che in collaborazione con lui ho assistito a domicilio, per almeno dieci anni una persona sola ed inferma ed un’altra, pure sola, che abitava in un abbaino in Corso Milano. Poi, avendo avuto dal Comune una casa nella Parrocchia di San Donato, è morta in quella zona.
Questo lo dico perché forse nessuno lo sa, Caglio ha provveduto anche al suo funerale.
E mi fermo qui.
Angela Dogini
PREGHIERA per RINALDO
Signore ti affidiamo il nostro amico Rinaldo; la sua vita è stata tutta dedicata agli altri, l’aiuto costante agli ammalati è stata eccezionale. Il suo amore per la Madonna l’ha portato a Borghetto, ma soprattutto sui lunghi treni di Lourdes, dove lavorava in modo instancabile, sempre dedito alla preghiera. Dacci la forza di imitarlo e pensa tu, Signore, a suscitare vocazioni come quelle di Rinaldo, vero figlio di Maria.