E PORTARONO i LORO DONI … ORO, INCENSO e MIRRA

Articolo pubblicato sul numero 517 di Gennaio 2018

“Cosa vuoi per Natale”? “Cosa dobbiamo regalare”? Le classiche e consuete domande per noi che vorremmo fare sempre bella figura con i regali natalizi i quali trasformano il nostro tempo in una estenuante e snervante “corsa ai regali”. Ma loro non fecero come noi, nel lontanissimo anno in cui nacque Gesù, i tre personaggi che partiti da Oriente camminarono fino a Betlemme per rendere omaggio al Bambino Gesù. I tre re orientali erano membri di una casta sacerdotale, depositari di tutto il sapere teologico e scientifico e dediti, secondo la tradizione, a pratiche astrologiche e divinatorie, cavalcarono sui loro cammelli per diverso tempo guidati da una stella, da un astro luminoso che li condussero fino alla mangiatoia a Betlemme. Per intuizione, per sentito dire o per averlo appreso da testi antichi essi erano al corrente di questa nascita unica e particolare; giunti, dopo essersi inginocchiati, aprirono i loro scrigni ai piedi del piccolo nascituro.

I Magi, cercatori di cose importanti, di persone che riempiono la vita, di qualcuno per il quale vale la pena mettersi in un lungo viaggio anche se durasse tutta la vita: i Magi cercatori di Dio. Nei loro scrigni: oro purissimo di cui venivano forgiate le corone dei re; incenso, resina profumata prelevata dal tronco di alcune piante nel Medio oriente e nell’Africa orientale veniva bruciato all’altare dal sacerdote per simboleggiare la preghiera e la venerazione a e per Dio: profumo soave gradito a Dio; mirra, resina che scorre a gocce dalla corteccia di alcune piante e trasformata in decotti e unguenti per ungere anche i corpi dei morti. Non tutti, però, vedono le stesse cose di fronte allo stesso episodio: se i magi hanno visto nella stella la strada da seguire, re Erode non ha visto nessuna stella, nessun segno, tutt’al più cerca, con la finzione ad essere interessato, di usare la buona fede dei magi per ottenere informazioni per sopprimere il divino Bambino. Chi furono i Magi? Persone buone, persone cattive, a noi non importa, ciò che importa è il loro gesto, ovvero mettersi in cammino per cercare, per adorare e per offrire i loro doni, le loro vite ad un piccolo bambino chiamato Gesù. Per questo sono persone credibili anche se pagane! Essi si sono serviti della stella, del loro oro, del loro incenso e della loro mirra; si sono serviti di ciò che avevano di più importante o perlomeno questo hanno loro ritenuto.

E noi quali doni, quali regali abbiamo nei nostri scrigni da donare? Con l’opulenza, con il benessere economico di oggi possiamo fare bella figura con oggetti di valore ma non sarebbero mai come i doni dei magi i quali camminando trovarono ciò che cercavano e offrirono ciò che di bello e di buono avevano conservato: l’essenziale. Lasciarono perdere il superfluo, la zavorra che poteva ostacolare il loro cammino ed arrivarono liberi, felici di aver trovato il Salvatore. Chi vede il Natale come una festa, un periodo di salvezza, di redenzione attraverso la giusta luce della stella sa che si è incamminato, ed è in cammino verso la povertà di quella mangiatoia, sa che aprirà il suo scrigno, il suo cuore e donerà il sacrificio, la fatica, la malattia, la sofferenza, la disabilità, la solitudine ma anche la gioia, la ricchezza interiore, la pazienza, il sorriso (…). La mangiatoia è come l’altare delle nostre chiese sul quale si celebra Gesù, Pane della vita, e sul quale vengono portati i doni: il pane ed il vino frutto del nostro lavorare la terra; le gioie ed i dolori che condensano il cammino del nostro pellegrinaggio. Betlemme che nell’ebraico “bet lehem” significa Casa del Pane, perché circondata da grandi campi di frumento e quindi granaio ufficiale della Palestina.

Tra loro e noi c’è assomiglianza, siamo accumunati da un’unica storia, da un unico pellegrinaggio: cercare e trovare Dio in Gesù nostro Salvatore attraverso le nostre giuste guide: il Vangelo che è luce ai nostri passi, luce sul mio cammino.

Nella tradizione del presepe i Magi vengono rappresentati a cavallo di cammelli avendo la prerogativa ad essere spostati in avanti in modo tale da poter fare qualche passo per avvicinarsi alla loro meta. Nel giorno della vigilia dell’Epifania vengono sostituiti da tre statuine in adorazione davanti al bambino Gesù, non più in viaggio ma stanziali. Vi rimangono fino a quando non si ripone il presepe per il prossimo Natale.

L’oro simbolo regale; l’incenso simbolo sacerdotale; la mirra simbolo del sacrificio,  della redenzione. Gesù è Re; Gesù è sacerdote; Gesù è morto e risorto per noi.

Il pane simbolo del corpo di Cristo; il vino simbolo del suo sangue offerti all’altare perché lo Spirito li trasformi in vero Corpo del Signore, pane per noi e per la vita eterna. Citazione: “I magi non si misero in cammino perché avevano visto la stella, ma videro la stella perché si erano messi in Cammino”…

Tiziana

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